DA ALFABETO MAGGIORE. Il saggio verrà presentato martedì 15 ottobre 2024 alle ore 10 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (Senato della Repubblica)
Il concetto di Alfabeto maggiore è qualcosa che interessa la vita reale delle persone, il processo mediante il quale si aiutano le persone a non essere espulse da processi decisionali, rinforzando loro le conoscenze globali, affinché possano comprendere ciò che viene nascosto per escludere le masse dagli stessi processi. In pratica lo stesso concetto di analfabetismo funzionale andrebbe rivisto perché troppo spesso l’incomprensione è dovuta ad un linguaggio astruso, ad un uso a “paroloni”, a parole straniere, a rimandi di leggi, di articoli di legge, di paragrafi e sottoparagrafi. Basti pensare che qualsiasi documento pubblico di appalto, deliberazione di istituzione di qualsiasi cosa prevede pagine e pagine (premesso, visto, considerato, ecc.) prima di giungere all’ultimo articolo, in genere di poche righe, il vero obiettivo della deliberazione. Per capire appieno la deliberazione occorre ogni volta andare a trovare i riferimenti che a volte si rifanno a quelli pregressi del Regno d’Italia (non mi meraviglierei se in Italia meridionale ci fosse qualche riferimento al Regno di Napoli e poi a quello delle due Sicilie) e del ventennio fascista… Ma anche quando li si trova ci si accorge presto che questi rimandano a loro volta, istituendo un circolo che da virtuoso diventa vizioso.
In questo caso l’alfabeto maggiore è in mano ai burocrati, i quali appellandosi alle loro conoscenze della legislazione pregressa e dei regolamenti che spesso sono scritti da loro stessi, tengono in scacco i politici (ministri, assessori, parlamentari e consiglieri) e i beneficiari. Il loro alfabeto maggiore è la loro sopravvivenza e in molti casi il loro potere. Un potere che spesso non include e che non genera miglioramenti generali.