ORARI DI APERTURA SEGRETERIA
Lun e ven ore 10 – 16
mar, mer e gio ore 10 – 19

ORARI DI APERTURA BIBLIOTECA
Lunedì e Venerdì, ore 10-13
Martedì e Giovedì, ore 10-13/15-21
Mercoledì, ore14-19

FRANCESCO FLORENZANO – Illudersi di sapere

L’Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et métiers (Enciclopedia o dizionario ragionato delle scienze, delle arti e mestieri), realizzata tra il 1751 e il 1780 da Diderot e d’Alembert con la collaborazione di illustri personaggi tra i quali Rousseau, è la prima grande opera capace di “illuminare” le persone con un sapere raccolto con cura e scientificità. Da allora molti editori hanno imitato il modello e hanno prodotto enciclopedie sempre più grandi. Basti citare la monumentale Britannica o l’Enciclopedia Italiana della Treccani. Il sapere catalogato, immesso in migliaia di pagine ad inchiostro, depositato come in uno scaffale, da prendere e utilizzare al momento opportuno. Certamente per avere l’Enciclopedia occorrevano molti soldi già nel 1751 e molti soldi ne occorrono ora per possedere quelle moderne. E per non parlare della casa, dei mobili per contenere i vari toni e i futuri aggiornamenti. Roba da collezionisti facoltosi, frequentatori di aste e di case di defunti ricchi.

Ora nel 2016 tutta questa spesa, tutto questo volume, tutto questo sapere è stato dichiarato roba da antiquariato, valido più per le pregiate finiture delle rilegature e dei fregi talvolta in oro piuttosto che per il contenuto. Ora imperversa Internet e se volete Google universale. Ci si trova di tutto e con una comodità straordinaria: non occorre prendere scale per consultare i volumi che si trovano in alto della biblioteca e non occorre bagnarsi l’indice per girare le pagine. Ora con Google, comodamente dal proprio Smart Phone (e sempre meno dal PC da tavolo o portatile) si può, istantaneamente, basta avere una connessione internet, sapere qualsiasi cosa. Fate la prova, guardatevi attorno, siete in Metropolitana, sull’autobus, al supermercato, per strada, non importa dove, vedrete con altissima probabilità una o più persone con il capo chino e lo sguardo sul piccolo schermo. Ovviamente le persone individuate non stanno quasi mai a cercare nell’Enciclopedia digitale, ma stanno leggendo le notizie, consultando la propria posta elettronica, leggendo i post di Facebook o di Twitter. Insomma, un mondo che solo 10-15 anni fa non esisteva.

La gente fino a 10-15 anni fa per informarsi comprava i giornali, frequentava i corsi, riconosceva nell’Enciclopedia la depositaria del sapere. Ora tutto questo è cambiato. Ci troviamo di fronte ad una rivoluzione che ci spinge ad un nuovo sapere universale, a portata di mano e per tutti. Ovviamente così non è ma facciamo finta di nulla. Sappiamo, infatti, che le informazioni disponibili sono quelle di scarsa fattura, di scarso approfondimento, di dubbia scientificità e a volte se non spesso frutto di fantasia. Le notizie e le conoscenze, quelle buone, sono in genere a pagamento. E chi vuole oggi pagare quando ci sono tutte quelle cose gratis?

Succede così che le persone, ad esempio i frequentatori di Facebook, trovando interessante la riflessione del presunto amico oppure l’indicazione di un video, di una foto, di una notizia, le condivida con il resto degli amici. Succede che quella condivisione fa il giro di più persone perché con buona probabilità uno o più dei propri amici le condividerà con altri, creando a volte quel processo di diffusione del fatto che oggi viene chiamato “virale”. Ma quello che diventa virale è vero? Poco importa e a chi potrebbe interessare se quella foto o video strappalacrime, oppure quella dichiarazione possono essere non vere oppure superficiali? E’ un fatto che desta poca preoccupazione alle persone in quanto il vero valore è la libertà di dire e condividere quello che pare. Poco importa se si condivide solo per un impulso emotivo (cioè istantaneamente vengo colpito dalla notizia e anche senza leggerla, accontentandomi solo dal titolo efficace, la condivido immediatamente con altri). Poi accade che pochi minuti dopo, colpito da un’altra notizia altrettanto virale, la condivido e dimentico di quelle precedentemente condiviso vado avanti con altri post e condivisioni. Ovviamente molto spesso non ci si ricorda più delle notizie condivise e soprattutto di chi ha iniziato a diffondere la prima notizia. La fonte informativa diventa secondaria, il fatto vero è che il mio protagonismo, la mia mania di far sapere ad altri ha preso il sopravvento ed immancabilmente per un attimo mi sento un educatore. Ecco dove volevo arrivare, con internet siamo tutti educatori e soprattutto siamo tutti istruiti! Siamo cioè, attraverso il nostro oggetto transizionale, un tutt’uno con la scienza, l’arte, la letteratura, praticamente, culturalmente, onnipotenti.

Tuttavia, lasciatemelo dire in conclusione, così facendo il nostro sapere diminuirà, in quando non starà più nella nostra casa, nella nostra testa, ma starà nella casa di altri (Google per esempio) e nella capacità di muovere le dita delle mani su uno schermo e probabilmente in un futuro forse vicino, nelle dita dei piedi, perché, ne sono sicuro, presto uscirà il nuovo Smart Phone per piedi. E allora anche chi non ha testa per studiare e per pensare potrà ritenersi un genio.

FRANCESCO FLORENZANO

Facebook
Twitter
Shopping cart0
There are no products in the cart!
Continua a fare acquisti
0